Si terrà questo martedì, alle ore 18:00 presso Palazzo Graziani, il terzo incontro del Mese Dantesco 2016, la conferenza del professor Ferruccio Farina “Francesca da Rimini, un mito senza confini: oltre Dante, oltre la Commedia”. Farina, giornalista culturale riminese e fondatore del Centro Internazionale di Studi Francesca da Rimini, parlerà di uno dei personaggi più amati, affascinanti e celebri di tutta l’opera dantesca: la figlia di Guido da Polenta, sposa di Gianciotto Malatesta e amante del fratello di lui, il cui tragico e fatale amore il Sommo Poeta immortalò nel quinto canto dell’Inferno.
“Francesca non è il divino, ma l’umano e il terrestre, essere fragile, appassionato, capace di colpa e colpevole, è perciò in tale situazione che tutte le sue facoltà sono messe in movimento, con profondi contrasti che generano irresistibili emozioni. E questo è la vita”. Così scriveva il grande critico romantico Francesco De Sanctis. E, in effetti, questa universalità ha fatto di Francesca un vero e proprio mito, che, al pari di figure quali Edipo o Ulisse, non cessa mai di ispirare nuovi racconti e nuove visioni. Non solo successo fra i lettori, quindi, ma anche fra gli artisti. E forse in questo Dante dimostra la sua genialità: plasmando un personaggio, verrebbe da dire un’idea, che ha influenzato intere generazioni di poeti, romanzieri, pittori, scultori, musicisti e cineasti.
Come anticipa Farina in una breve presentazione della serata: “Francesca da Rimini è tra i miti più diffusi, popolari, radicati e longevi della cultura occidentale. A lei, a partire dalla fine del Settecento, una schiera di oltre mille artisti, tra i quali basti ricordare Byron, Pellico, Boker, D’Annunzio, Ingres, Scheffer, Rodin e Tchaikovsky, ha dedicato opere in ogni forma d’espressione e in ogni lingua: poesie, commedie, tragedie, melodrammi, film, musiche, dipinti, sculture e incisioni.
Opere, spesso, di grande valore e di grande successo che, in due secoli, l’hanno trasformata nell’immaginario collettivo da peccatrice in eroina, da adultera in vittima di un inganno nuziale e di intrighi di potere, fino a farne il simbolo della fedeltà eterna al primo amore e della passione che tutto vince. Un’eroina, un personaggio letterario che, dalla prima opera a lei dedicata da un giacobino errante, vive di vita propria fuori dalla Commedia attraversando con fascino costante le mode e le sensibilità che mutano.
Indiscussa icona dell’amore e del bacio, ha commosso i romantici d’ogni paese, ha infiammato i patrioti e i libertari di ogni continente, ha accompagnato e ancora accompagna le pulsioni degli innamorati d’ogni età. Un mito che sa affermare ancor oggi valori positivi: la bellezza, l’amore eterno, la fedeltà, la libertà e il rispetto della vita, della persona e dei sentimenti”.
La conversazione, quindi, ripercorrerà – a testimonianza di come l’Alighieri, non potendo salvare moralmente e teologicamente la giovane, le garantì una vita eterna tutta letteraria e artistica – l’esistenza “poetica” Francesca da Rimini, dalla prima opera a lei dedicata nel 1795 fino all’ultima, firmata da Zandonai, del 2013.